venerdì 15 maggio 2015

Pils Pride 2015: mi hanno detto che...


Per il terzo anno di fila ho avuto la fortuna di essere presente al festival delle Pils organizzato dal Birrificio Italiano.

Rispetto agli anni passati (2014 e 2013), questa volta c'era anche l'angolo della Franconia (FrankenCorner) con alcune pilsner alla spina e a caduta selezionate direttamente dal Macchè di Roma.


Sabato mattina è stata organizzata una degustazione alla cieca di 10 pilsner. La cieca si è svolta in due fasi. Nella prima fase, a ogni partecipante è stato consegnato un foglio con i 10 nomi delle birre scelte (in ordine casuale) e poi sono stati consegnati 10 bicchierini da degustazione con dentro le varie pils.

Ogni degustatore ha fatto un'analisi libera delle birre, prendendo degli appunti per aiutarsi durante la seconda fase. Quando la prima fase è terminata, ogni partecipante è stato mandato alle spine a riassaggiare le 10 birre (questa volta, però, erano consci di cosa avessero nel bicchiere). Nella seconda fase, l'arduo compito dei partecipanti è stato quello di cercare di associare le birre degustate alla cieca con quelle note. Per la cronaca, il miglior risultato è stato di 5 birre su 10. Il vincitore si è portato a casa una cassa di Cassissona, una birra del birrificio Italiano fatta con l'aggiunta di ribes nero (cassis).

Nel pomeriggio, invece, è stato organizzato un simposio sui luppoli per parlare della tradizione dei luppoli del Tettnang e analizzare la nascente cultura delle coltivazioni italiane. Erano presenti all'incontro Marie di Locher Hopfen ed Eugenio Pellicciari di Italian Hops Company.


Domenica è stata la volta dell'incontro con i birrai. Erano invitati i rappresentati di Birra Stavio, Birrificio Rurale, Birrificio Aleghe e Ritual LabAgostino Arioli - organizzatore del Pils Pride e fondatore del Birrificio Italiano - ha svolto un'intervista con degustazione in cui sono state raccontate le storie e la filosofia dei birrifici, aneddoti ed idee per il futuro.
Ora viene la parte brutta...>>>


Io sono arrivato nel primo pomeriggio. Benché l'atmosfera del festival sia sempre bellissima (dalla location alla gente, dalle birre alla musica...) per me è stata l'esperienza più infernale degli ultimi anni. La mia allergia primaverile mi ha tirato un brutto scherzo proprio nel giorno più atteso. In pratica non sono riuscito a gustarmi quasi nulla.


Devo dire, però, che è stata anche l'occasione per concentrarsi meno sui pregi e (soprattutto) i difetti delle varie birre e prestare maggior attenzione alla compagnia di amici e conoscenti. Per una volta, il "nerdismo" ed i tecnicismi birrari sono passati in secondo piano e ho goduto maggiormente degli aspetti colloquiali e rilassanti di una soleggiata domenica di Maggio, passata con amici a bere birra, in una bella location come quella che solo il birrificio Italiano sa offrire.


Per quanto riguarda le birre, invece, non posso fare altro che riportare le voci di colleghi e amici del mondo della birra che erano presenti al festival.

Mi hanno detto che...

...a parte qualche caso particolare, le pils italiane siano andate abbastanza bene. Penso a Tipopils Delia del birrificio Italiano, Lupululà di Manerba, 405040 di Rurale e La Grigna di Lariano. Discrete anche OG1056 di Carrobiolo, La Pils di Aleghe, Via Emilia del Ducato, Mrs. Pepper di Italiano e la Rest In Pils di Carlo Fiorani (prodotta presso Carrobiolo). Extra Hop, invece, così così; qualcuno ha avvertito un po' di solfuri. 
L'unica pils americana presente al Pils Pride (la Pivo Pils di Firestone Walker) ha raccolto pareri discordanti, anche se l'anno scorso a me non era dispiaciuta. Sulla stessa falsariga anche la Extra Philippe di Biren, la Ritual Pils di Ritual Lab e la Baffetti di Stavio.

Una birra che ha sorpreso parecchio è stata la ceca presente al festival (credo l'unica): la Světlé Výčepní del birrificio Pivovar. 
Riconoscibile a primo impatto dal colore, un dorato carico quasi tendente all'ambra. 
Si distingueva facilmente dalle altre, perché in Italia non siamo abituati a produzioni di questo stile con quel colore. A quanto pare era anche molto buona visto che mi è stata consigliata da diverse persone. Ora che ci penso, è stata anche la prima che ho bevuto.

Per quanto riguarda l'angolo della Franconia, la qualità è stata altalenante. Alcune produzioni buone, altre con difetti evidenti. Bella l'idea di portare fusti a caduta. Personalmente ho provato solo la Edel Pils di Ott Brauerei (trovandoci un po' di mela verde) e la Gaenstaller Zwickl. Spero che l'iniziativa del FrankenCorner si riconfermi anche l'anno prossimo.
La speranza è che si moltiplichino le birre ospiti provenienti da paesi tradizionali come Germania e Repubblica Ceca, pur mantenendo un occhio di riguardo per le produzioni dei nostri micro-birrifici (che non sono affatto di livello inferiore).
Ci rivediamo l'anno prossimo, sperando che la fortuna sia dalla mia parte!
Pils & Love

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