mercoledì 8 ottobre 2014

Report Norvegia: Oslo, la capitale (birraria) - Pt.3

Dopo aver attraversato la Norvegia in tutta la sua lunghezza - dall'estremo sud a Capo Nord - ed aver percorso oltre 4.000 km, abbiamo preso l'aereo da Alta e siamo tornati al nostro punto di partenza: Oslo capitale.
Prima di tornare a casa, abbiamo avuto modo di visitare la città un paio di giorni.
Per quel che mi riguarda, ho cercato di visitare il maggior numero di locali di birra artigianale e credo di essermela cavata piuttosto bene. Non posso dire lo stesso per il mio portafoglio! :-P
Oslo è una città interessante sotto certi aspetti, ma è molto lontana dall'essere una grande meta turistica come lo sono le altre capitali europee come Roma, Londra o Praga. Anche il numero di abitanti è abbastanza esiguo (ci aggiriamo intorno alle 600.000 persone, che per intenderci sono le stesse di Genova). Il centro è relativamente piccolo ma grazioso. Ricordo di averlo percorso più e più volte a piedi per raggiungere le mie mete birrarie, rimbalzando da una parte all'altra della città in circa 20 minuti. Fattibilissimo.
E' sicuramente una città cosmopolita e moderna come lo è gran parte della Norvegia (almeno per mentalità). A livello di offerta birraria, sia per qualità che per numero di locali specializzati, credo che siamo un po' sotto al livello di Milano...con qualche eccezione. Secondo me a Milano il movimento della birra artigianale è ben visibile ormai da anni e questo si rispecchia in molti locali molto ben "equipaggiati", alcuni dei quali sono nati solo negli ultimi 2/3 anni. La Milano Beer Week che si è conclusa un paio di settimane fa ha messo in mostra tutte le qualità dei 15-20 locali di birra artigianale più prestigiosi della città, da quelli più storici a quelli più recenti, e la mia impressione è stata che si sta cominciando ad uscire dal bozzolo della nicchia e a fare sul serio. A Oslo invece ho trovato solo 1-2 posti davvero impressionanti, gli altri nella media e qualcuno deludente. Ho visitato in totale una decina di locali (considerati anche da Ratebeer fra i migliori della città e della Norvegia intera); vediamoli ...>>>




Questa risto/birreria si trova a due passi dal Museo Nazionale di Arte, Architettura e Design (dove è esposto "The Scream" - L'Urlo, il celeberrimo quadro di Munch) ed è stata la prima tappa del mio tour birrario di Oslo. Devo dire che è stato anche il miglior locale che ho visitato in città (nonché il più costoso!). La qualità dell'offerta, sia di cibo che di birra, è molto alta. Personalmente ho bevuto e mangiato benissimo. Non per niente è considerato il miglior pub di Oslo su Ratebeer e il 2°migliore in assoluto della Norvegia. Oltre ad avere 15 spine completamente dedicate a birre artigianali, norvegesi e straniere, vantano anche una carta delle birre in bottiglia di proporzioni bibliche. Ma la cosa che rende questo posto un'eccezione e un vero punto di riferimento per gli amanti della birra è sicuramente l'accurato abbinamento con i piatti del menù. Per ogni portata, infatti, viene consigliato l'accompagnamento a una specifica birra artigianale e a un distillato locale. 
I prezzi ovviamente non sono bassi, ma se andate ad Oslo dovete tenere da parte qualche corona perché una visita all'HåndverkerStuene è un must.
C'è anche la possibilità di bere soltanto, sia al bancone che seduti al tavolo. Gli interni sono molto caldi e le luci soffuse; il bancone, le sedie e i tavoli sono tutti di legno scuro e le pareti sono addobbate con i più vari oggetti d'antiquariato. Le cameriere sono molto gentili e devo dire anche ben preparate sulle birre proposte (cosa che a Milano non è così facile da trovare).



Questo brewpub è stato il secondo locale che ho visitato. Si trova tra l' Oslo Rådhus (il Municipio) e il Teatro Nazionale. La distanza che separa l'Amundsen Bryggeri dall'Handverker è davvero risibile. Credo che 5 minuti a piedi siano anche troppi. Il pub è composto da una parte esterna con tavoli e verande e una parte interna, davvero grande, con tavoli adatti a qualsiasi gruppo di persone. Hanno diversi schermi dove fanno vedere le partite di calcio e la cantina e l'impianto di produzione sono entrambi a vista. La zona ristorante e la zona bar sono divise da una linea immaginaria e nella seconda non viene effettuato servizio al tavolo; prima di sedervi quindi è meglio consultare un cameriere. Il bancone è molto ampio e il numero delle spine si aggira intorno a 20/25 (anche se su Ratebeer ne sono indicate ben 32). L'offerta è varia e anche in questo caso si possono trovare "vicine di spina" una birra industriale come la Carlsberg e una artigianale come la Saison di Nogne O senza che nessuno si scandalizzi.
La divisione delle spine è piuttosto equa - metà industriali e metà artigianali - di cui 4 sono di loro produzione. Le birre "ospiti" che ho visto in quel momento erano: APA di Aegir, IPA di Lervig, qualche produzione di Mikkeller, un paio di Nogne O e mi sono sorpreso molto di trovare anche la X-Ray del "nostro" Brewfist. Avendo già avuto modo di bere molte delle birre artigianali "ospiti", ho voluto provare 3 delle loro 4 birre e devo dire che sono rimasto piuttosto deluso. La IPA era "formaggiosa" e stantia, la Golden Ale aveva altri difetti e nel complesso mi è risultata piuttosto insignificante, la APA era forse la migliore delle tre (ma comunque non una produzione di qualità eccelsa). La cantina invece è molto ricca e ho potuto scorgere produzioni provenienti da ogni angolo del mondo. In definitiva, il locale merita sicuramente una visita (magari per mangiare e farsi una bottiglia durante una partita), ma non ho trovato la qualità che mi aspettavo dopo i fuochi d'artificio iniziali dell'HandverkerStuene.



Conosciuto dagli abitanti della zona come "Lompa", questa affascinante risto-birreria si trova nel quartiere Gronland, a 5 minuti a piedi dalla Stazione Centrale (Oslo S) e dal Grondlandspark.
Negli ultimi decenni il quartiere si è completamente trasformato e oggi è praticamente invaso da stranieri e immigrati che hanno trovato qui residenza. 
Questo locale è molto più che una birreria, potrei quasi definirlo un ristorante di lusso con birra artigianale. Non ho ben chiaro neanch'io in che modo identificarlo. La facciata è a vetrate e si entra attraverso una porta a spinta con finimenti in ottone dorato. All'interno c'è una prima grande sala molto elegante arredata con grandi lampadari in cristallo e tavolate di legno chiaro particolarmente adatte a gruppi numerosi. Il bancone si trova sulla sinistra ed è lunghissimo - credo intorno ai 15 metri -, ma al mio arrivo c'erano solo 4 sgabelli (probabilmente perché il passaggio è piuttosto stretto e non vogliono creare ingorghi). Andando verso il fondo si arriva a una breve scala dove poco più in alto c'è una seconda sala con tavoli più piccoli e sedie.
Ho fatto visita al Lompa a ora di pranzo, ma il posto era semi-deserto. Per questo motivo, ma anche per i pareri discordanti trovati su internet, ho preferito soltanto bere qualcosa senza pranzare lì.
Ho provato quindi la Lompa APA (4,7% abv) fatta per l'Olympen dal microbirrificio Schouskjelleren di Oslo. La birra che mi è stata presentata era di color giallo paglierino con una bella schiuma pannosa. Accostando il naso sono stato inondato da profumi freschi, luppolati, erbacei e di citronella. In bocca l'ho trovata molto leggera e dissetante, con la giusta carbonazione, aromi agrumati di lime e arancia amara, e una sottile nota erbacea. La chiusura è dominata da un buon amaro piuttosto persistente e da un taglio secco che ripuliva bene la bocca. Se non fosse per la gradazione alcolica leggermente troppo elevata potrebbe essere una Session beer estiva da paura. Da bere a secchiate.
Visto che le altre birre alla spina le conoscevo già e che quelle in bottiglia costavano uno sproposito, ho preferito dirigermi verso altri lidi.
Ad ogni modo anche l'Olympen merita sicuramente una visita (suggerirei di andarci per cena per goderselo al massimo delle sue potenzialità), fondamentalmente per tre motivi:
1) E' davvero un bel locale, con un'atmosfera molto piacevole e un certo stile che richiama un po' i pub di inizio '900;
2) L'offerta birraria è molto ampia. Oltre alle 12 spine hanno anche una carta delle birre davvero allettante, con bottiglie provenienti da tutto il mondo (Norway, Denmark, Belgio, Olanda, USA, Canada, Inghilterra, Scozia, Spagna e Italia rappresentata da Loverbeer e Revelation Cat);
3) se su Ratebeer è indicato come 2°miglior locale di Oslo (a pari merito con altri due) e 5°miglior locale di tutta la Norvegia, un motivo ci sarà! :-)

Dopo aver lasciato l'Olympen mi sono diretto verso il Tilt. Mi era stato segnalato come un locale piuttosto atipico e giovanile, ricco di giochi da tavolo, vecchi flipper e videogames.
Purtroppo non ho nulla da dire su questo posto perché, arrivato alla via segnalata, non l'ho trovato! Forse su internet è sbagliato l'indirizzo. Dopo averlo cercato in lungo e in largo ho lasciato perdere e mi sono diretto verso il più "famoso" Crowbar.



Situato in una delle strade principali della città (Torggata 36) il Crowbar & Bryggeri vanta una selezione di birre che non ha nulla da invidiare ai più noti locali internazionali. Circa una ventina è l'offerta delle birre alla spina, perlopiù prodotte all'interno del brewpub e altre provenienti da vicini micro-birrifici norvegesi.
L'interno del locale si presenta moderno e accogliente e può risultare molto affollato durante il fine settimana. Ricordo di aver assaggiato una Lindheim Saison Farmhouse Ale e una Crowbar Experimental IPA #9, ma gli stili da loro prodotti non si limitano al solo soddisfare la domanda degli amanti del luppolo: sono presenti infatti varietà di steam beer, kellerbier, mild ale, etc. 
Per tutti questi motivi il Crowbar è sicuramente uno dei (brew)pub più famosi di Oslo anche al di fuori dei confini nazionali. Unica nota dolente è che si tratta anche di uno dei più costosi.
Aggiornamento: sembrerebbe che il locale in Torggata sia stato chiuso e che si siano spostati verso il centro, sulla parallela Storgata. Se questo dovesse essere confermato, penso che abbiano fatto bene perché in quella zona (Storgata 27) non hanno pressoché concorrenza, mentre in Torggata - a distanza di 50 metri! - c'è un altro locale molto importante di birra artigianale: il Café Sara. 


Questo "Café", che potremmo benissimo definire una birreria a tutto tondo, vanta un bell'impianto di spillatura dotato di ben 15 vie. Appena entrati ci si ritrova di fronte a questo ben di Dio e si deve affrontare subito l'ardua scelta. Dopo aver scansionato per bene tutte le birre proposte, mi sono fatto spillare una NO Control APA del microbirrificio norvegese Ego brewery.
La birra era di un bel color ambrato, con poca schiuma e intensi aromi di agrumi e frutta tropicale. In bocca le sensazioni riscontrate rispecchiavano quelle olfattive e un ottimo amaro in chiusura, prolungato e molto piacevole, andava a controbilanciare il tutto rendendo questa birra davvero godibile. 
Anche le altre birre proposte erano tutte di ottima fattura. Penso all'ottima selezione presente in quel momento e non posso non citare Cantillon (alla spina!), Mikkeller, Evil Twin, Brewdog, Nogne O, 7Fjell, Klostergarden, Lervig etc. Non ho idea se abbiano anche una carta delle birre in bottiglia.
Per quanto riguarda il locale, devo dire che si trova in un'ottima posizione perché fa angolo fra la bella parte pedonale di Torggata e la trafficata Hausmanns Gate, proprio di fronte al parco dove sorge una chiesa molto particolare: la Kulturkirken Jakob. Dopo essere stata una chiesa parrocchiale per oltre cent'anni, è stata chiusa nel 1985 e poi riaperta nel 2000 come centro culturale. 
Ad oggi la Jakob è una delle poche chiese pure della cultura, con spettacoli di danza, teatro ed altre espressioni teatrali. Il piano interrato ha anche una showroom utilizzata per le mostre
Tornando al Café Sara, se vi doveste trovare in zona non potreste sbagliarvi perché è facilmente riconoscibile dai tendoni rossi e dai muri esterni verdi dotati di ampie vetrate. 
Anche all'interno i muri sono di un bel color verde smeraldo e i piccoli tavolini da 2/4 persone le conferiscono un'aria molto più da "café". E' davvero un bel posto dove andare a rilassarsi nel pomeriggio e bere birre artigianali di ottima qualità. Se dovessi tornare a Oslo ci tornerei di certo.

Avendo una fame da lupi, mi sono diretto verso questo ristorante con birra artigianale che mi era stato consigliato da un ragazzo di Oslo conosciuto in Italia. Purtroppo però il locale era chiuso. Non ho ben capito se solo per ferie o se l'attività è terminata definitivamente. Le notizie che ho trovato su internet mi indirizzano più verso la seconda ipotesi. Se dovesse essere vero sarebbe un vero peccato.



Tornando verso l'ostello ho scoperto per caso di avere il Schouskjelleren ad un tiro di schioppo da dove mi trovavo io!
Mi sono fiondato subito li e trovando la cantina in cui ha sede il brewpub ancora chiusa, mi è stato indicato di andare a mangiare (e a bere le birre del birrificio) nella trattoria italiana a fianco.
I titolari purtroppo non erano presenti, ma mi sarebbe piaciuto molto scambiarci due chiacchiere visto che per una buona oretta mi è sembrato di essere tornato a casa. Mi è stato offerto un taglierino con prosciutto crudo tagliato al coltello e della focaccia fatta in casa davvero ottimi. Il piatto di vermicelli freschi ai funghi era buono (non eccellente), ma la birra era ancora più piacevole. 
Il ristorante proponeva solo tre delle birre del micro-birrificio: una Golden Ale, una Amber Ale e una IPA. Su cosa potrà mai essere caduta la mia scelta? Per l'ennesima volta ho preso una IPA. 
Ho notato che in Norvegia - come anche in Italia del resto - la moda delle APA/IPA sta imperversando spaventosamente, al punto da risultare molte volte noiosa....soprattutto quando in alcuni locali ti capita di non avere grandi possibilità di scelta riguardo agli stili, a Oslo particolarmente (tolte le dovute eccezioni).
Ad ogni modo, questa IPA era piuttosto buona ed equilibrata, molto ben bilanciata fra le note biscottato/caramellate dei malti e gli aromi erbaceo/agrumati dei luppoli americani; finale amaro, intenso e resinoso molto interessante. 
Riuscire ad entrare nel brewpub sarebbe stata un'esperienza sicuramente più appagante, ma mi riserbo di tornare a Oslo prossimamente per visitare l'interno del Schouskjelleren e per provare molte altre sue birre.



Il Gaasa, il cui significato in italiano significa “l'oca”, è una fra le più recenti birrerie aperte ad Oslo e sembra che sia anche l'unica ad avere un vero e proprio "biergarten" (munito anche di biliardino :-D ). Situata nel centro di Oslo, (in Storgata 36, una delle vie principali della città) sorge all'interno di un antico edificio che è stato utilizzato in passato come centro di accoglienza. 
Nonostante il numero di birre presenti non sia enorme, la selezione è mediamente buona: ricordo una Frydenlund Pilsner molto ben fatta e una Gaasa IPA prodotta in esclusiva per il locale presso il "solito" Schouskjelleren Mikrobryggeri. Oltre a queste birre erano presenti anche un altro paio di produzioni provenienti da micro-birrifici norvegesi e nientepopodimeno che la "nostra" Czech Norris, una Imperial Pils del birrificio italiano Brewfist
La selezione in bottiglia sembra ugualmente buona anche se non ho provato niente: ricordo solo di aver notato qualche bottiglia del birrificio italiano Baladin in uno dei frigoriferi...
Lo staff è molto cordiale e con una buona conoscenza dei propri prodotti (cosa che ho apprezzato molto in quasi tutti i locali di Oslo).
Sicuramente l'estate è la miglior stagione in cui fare una visita al Gaasa, soprattutto per le molte ore di luce e per la possibilità di poter restare a bere all'aperto con una temperatura molto più accettabile che in inverno.



Questo birrificio è forse l'unico fra i locali che volevo visitare a trovarsi un po' più in periferia rispetto a tutti gli altri. Purtroppo i tempi che avevo a disposizione erano strettissimi e cercando di incastrare più pub possibili non ho potuto allontanarmi troppo dal centro. Per di più, l'apertura di giornata era prevista alle ore 16.00 e io a quell'ora avevo un aereo da prendere per Francoforte! Del Grunerlokka sono riuscito a bere solamente una bottiglia di IPA (non male) durante il lungo viaggio verso Capo Nord. Questo brewpub è sicuramente uno di quei 2/3 posti che vorrei assolutamente vedere in una futura visita a questa città.


In sole 36 ore sono riuscito ad andare in un buon numero di posti e devo dire che mediamente non mi sono affatto dispiaciuti. 
Anche la città in sé non è poi così male; nonostante non sia lontanamente paragonabile a una grande capitale europea, ho trovato una Oslo viva e briosa di giorno, con tanti turisti per le vie del centro, e tranquilla e sicura di notte quando la gente si chiudeva in casa o nei bar.

Alla fine, dopo aver raccolto gli zaini e le nostre stanche membra, ci siamo diretti all'aeroporto di Oslo per concludere questo lungo viaggio norvegese. Dopo un brevissimo scalo a Francoforte siamo ripartiti in direzione Milano Malpensa... ed è andata bene ai miei compagni di viaggio perché, se fossimo atterrati a Linate, una capatina in via Adelchi non me l'avrebbe negata nessuno! :-D

L'inizio del viaggio...  >>>  Report Norvegia: da Milano a Kristiansund - Pt.1

Seconda parte...  >>>   Report Norvegia: da Trondeheim a Nordkapp - Pt.2


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Un ringraziamento a Nicolò per alcune informazioni necessarie per la stesura del report e ai miei compagni di viaggio: Giulia, Alessio e Luca.

1 commento:

  1. A livello di offerta birraria, sia per qualità che per numero di locali specializzati, credo che siamo un po' sotto al livello di Milano...con qualche eccezione. Secondo me a Milano il movimento della birra artigianale è ben visibile ormai da anni e questo si rispecchia in molti locali molto ben "equipaggiati", alcuni dei quali sono nati solo negli ultimi 2/3 anni.

    Questo non credo anche pecchè...la birra è bbella, ma la birra e la norvegese di piùùù

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